Stemma Cardinalizio

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Creato Cardinale 25.05.1985

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TZADUA, Paulos (1921-2003) Birth . August 25, 1921, Addifini, eparchy of Asmara of Eritreans, Eritrea. Education . Seminary of Cheren, Asmara; Italian Lyceum "Ferdinando Martini", Asmara; Catholic University of Sacred Heart, Milan, Italy (doctorate in law). Priesthood . Ordained, March 12, 1944. Pastoral work in Asmara, 1944-1946; in the mission of Guarghe, south of Addis Abeba, 1946-1949. In Eritrea, faculty member, Minor Seminary, 1949-1953; further studies, Asmara, 1949-1953; in Milan, Italy, 1953-1958. Secretary to the bishop of Asmara and to the archbishop of Addis Abeba, 1960-1961. Secretary general of the Episcopal Conference of Ethiopia. In Addis Abeba, pastoral work with university students and service as archdiocesan curia official; faculty member, University of Addis Abeba, 1961-1973.

giovedì 18 giugno 2009

VATICANO: CARDINALE VIENNA HA PRESENTATO PETIZIONE CONTRO CELIBATO PRETI

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 17 giu - Alla vigilia dell'apertura dell'anno sacerdotale voluto da papa Benedetto XVI, in Vaticano torna a porsi con forza la questione del celibato obbligatorio dei sacerdoti. A sollevare il tema e' stato uno dei cardinali piu' influenti della Chiesa, nonche' stretto collaboratore di papa Ratzinger, il card. Christoph Schonborn. Nella due giorni di incontri Oltretevere che il pontefice e i massimi esponenti della Curia romana hanno avuto il 15 e il 16 giugno con l'arcivescovo di Vienna e altri rappresentati dalla Chiesa austriaca non si e' infatti discusso soltanto del caso di Gerhard Maria Wagner, il prete ultra-conservatore nominato in febbraio vescovo ausiliare di Linz e successivamente costretto a dimettersi per la rivolta dei preti e dei laici della diocesi.

In Vaticano, il card. Schonborn ha anche presentato la cosiddetta ''Iniziativa dei laici'' (Laieninitiativ), un appello di importanti cattolici austriaci lanciato all'inizio di quest'anno, che chiede l'abolizione dell'obbligo del celibato, il ritorno in attivita' dei preti sposati, l'apertura del diaconato anche alle donne e l'ordinazione dei cosiddetti 'viri probati'. Schonborn, che aveva incontrato i promotori dell'iniziativa pochi giorni prima di arrivare a Roma, in un'intervista alla Radio Vaticana spiega che, pur ''non condividendone alcune delle conclusioni, come ho detto piu' volte'', ha presentato il ''Memorandum'' dei laici austriaci - accompagnato da una nota di suo pugno - al prefetto della Congregazione per il clero, card. Claudio Hummes, ''pregandolo di leggerlo con attenzione''. ''Credo - ha spiegato ai microfoni del programma tedesco della Radio Vaticana - che sia importante che qualcuno a Roma sappia cosa pensa una parte dei nostri laici dei problemi della Chiesa''.

Secondo quanto riferisce l'agenzia ufficiale dei vescovi austriaci Kap, durante il suo incontro con i promotori della petizione, Schonborn aveva promesso che avrebbe presentato le loro motivazioni e proposte a Roma, insieme con le relazioni sulle conseguenze che la carenza di preti sta provocando in 46 diverse parrocchie, soprattutto nelle zone rurali. In quell'incontro, l'arcivescovo di Vienna aveva espresso ''comprensione per le preoccupazioni'' dei laici, perche' anche a lui ''sta a cuore la cura pastorale da parte delle parrocchie'', tanto piu' in questo tempo di crisi per le famiglie. ''Senza dubbio - aveva aggiunto - la carenza di preti e' collegata all'aumento del numero di persone che rimangono lontane dalla Chiesa e dalla fede''.

Naturalmente, il cardinale aveva ribadito la ''grande tradizione'' del celibato nella Chiesa. ''Pero' - aveva aggiunto - come ordinario per i cattolici di rito bizantino in Austria, il cui clero e' in gran parte sposato, non ho alcun disagio di fronte ai preti sposati''. I promotori dell'appello, secondo Schonborn, dovrebbero cercare ''non solo cio' che nelle presenti condizioni puo' esser desiderato solo in una prospettiva di lungo periodo, ma anche cio' che e' concretamente possibile'', e li aveva invitati a completare la loro iniziativa con un ''incoraggiamento'' ai giovani perche' scelgano il sacerdozio cosi' com'e' oggi. Un invito prontamente raccolto dai promotori, tra i quali spiccano tre politici di spicco del Partito popolare austriaco (il partito cristiano conservatore, per molti anni al potere, affine alla Cdu/Csu in Germania e alla Dc in Italia): un ex-segretario generale, un ex-presidente del Parlamento e un ex-vicecancelliere austriaco.

Non a caso, pur senza esserne l'argomento ''centrale'', molti dei temi sollevati dalla petizione dei laici austriaci sono stati affrontati nei colloqui avuti in Vaticano dai vescovi austriaci. Secondo quanto riferisce ancora Schonborn, papa Benedetto XVI all'inizio e alla fine della due giorni di incontri ha ribadito con forza l'importanza del celibato dei preti, collegandolo all'anno sacerdotale che si aprira' domani in Vaticano. ''Il Santo Padre - ha spiegato l'arcivescovo di Vienna - ha detto qualcosa che ci ha molto colpito sulla questione del celibato, che naturalmente in Austria, e soprattutto nella regione di Linz, e' un tema molto 'caldo'. Ha detto che la questione, in fondo, e' se crediamo che sia possibile e che abbia senso vivere una vita fondata solo e soltanto su una cosa, Dio''.

Nell'intervista a Radio Vaticana, Schonborn riferisce anche che durante i colloqui e' stato dedicato ampio spazio al ruolo dei laici, e che il caso della diocesi di Linz - scossa, come la Chiesa austriaca, da ''divisioni'' e ''profonde tensioni'' che e' inutile negare perche' sono ''fatti'' - e' un esempio positivo per il gran numero di laici attivi, che si riflette ad esempio in una partecipazione alla messa domenicale superiore alle media del Paese. ''C'e' stato accordo tra i responsabili della Chiesa romani ed austriaci che e' un bene che ci siano cosi' tanti laici impegnati nella regione... Abbiamo un bisogno impellente di laici che siano parte attiva della societa'''.

Dopo il caso Wagner, nella diocesi di Linz sono emersi alcuni casi di preti che vivevano da anni con una donna, contribuendo cosi' a riportare all'attenzione dell'opinione pubblica austriaca la questione del celibato sacerdotale.

ll Patriarca d'Etiopia: "Il mondo conoscerà l'Arca dell'Alleanza"



Il Patriarca ortodosso, Abuna Pauolos vuole svelare il millenario segreto e in un'intervista esclusiva all'ADNKRONOS spiega: ''Sono maturi i tempi per dire la verità". Ad Axum sorgerà un museo per il simbolo sacro.
Roma, 17 giu. (Adnkronos) - Presto il mondo potrà ammirare l'Arca dell'Alleanza descritta nella Bibbia come il contenitore delle Tavole della Legge che Dio consegnò a Mosè e al centro, nei secoli, di ricerche e studi.
Lo ha detto in un'intervista video esclusiva all'ADNKRONOS, visibile sul sito Ign, testata on line del sito Adnkronos (www.adnkronos.com), il Patriarca della Chiesa ortodossa d'Etiopia Abuna Pauolos, in questi giorni in Italia per il 'G8 delle Religioni', e che domani incontrerà il Papa Benedetto XVI per la prima volta e al quale, "se lo chiederà - ha proseguito il Patriarca - racconterò tutta la situazione attuale dell'Arca dell'Alleanza".

"L'Arca dell'Alleanza - ribadisce Pauolos - si trova in Etiopia da molti secoli. Come patriarca l'ho vista con i miei occhi e soltanto poche persone molto qualificate hanno potuto fare altrettanto, finora". Secondo il patriarca è custodita in una chiesa, ma per difendere quella autentica, una copia del simbolo religioso e' stata collocata in ogni chiesa del Paese.

L'annuncio ufficiale che l'Etopia consegnerà al mondo le chiavi del segreto millenario dell'Arca, verrà dato venerdì prossimo nel corso di una conferenza stampa alle 14 all'Hotel Aldrovandi a Roma dallo stesso Patriarca ortodosso d'Etiopia, insieme al principe Aklile Berhan Makonnen Haile Selassie, e al duca Amedeo D'Aosta, che sarà a Roma già domani mattina.

Secondo alcuni studi l'Arca venne trafugata da Gerusalemme dal figlio di re Salomone e portata ad Axum, considerata la Gerusalemme d'Etiopia. E proprio ad Axum sorgerà il Museo chiamato a ospitare l'Arca, il cui progetto è stato finanziato dalla Fondazione del principe, erede designato al trono da Haile Selassie poco prima di morire, Crhijecllu, acronimo delle iniziali dei nomi dei figli del principe: Christian, Jessica, Clarissa, Lucrezia.

Qualche settimana fa aveva fatto il giro del mondo la notizia secondo la quale sarebbe stata vista da un giornalista l'Arca autentica in una chiesa etiope. E' stato allora che il Patriarca Pauolos ha maturato la decisione di "dire una volta per tutte al mondo la verita'" sulla cassa di legno e oro con le Tavole della Legge di Dio. Il Patriarca ha giudicato maturi i tempi per chiudere definitivamente il capitolo sul quale fino ad ora nessuno storico, nessun ricercatore, nessun 'Indiana Jones', era riuscito a scrivere la parola fine.

Il Patriarca dell'antichissima Chiesa ortodossa d'Etiopia ha voluto accanto a sé in questa avventura il nipote dell'ultimo Negus, capo di una famiglia importane, il cui ruolo è riconosciuto sia in Etiopia che all'estero. Il principe erede che due anni fa riuscì a rappacificare le fazioni musulmana e cristiana al centro in Etiopia di un duro contrasto.

E' iniziato così il conto alla rovescia per svelare finalmente il mistero della sacra Arca dell'Alleanza, capace, secondo la leggenda, di sprigionare lampi di luce divini e folgori in grado di incenerire chiunque ne fosse colpito, come del resto efficacemente descritto nel cult movie 'I predatori dell'Arca perduta'. Dalla finzione cinematografica si passerà ora alla realtà.

Venerdì prossimo la conferenza stampa con l'annuncio ufficiale, un evento che è stato possibile anche grazie alla collaborazione di Paolo Salerno, collaboratore del principe e del giornalista Antonio Parisi, che da qualche anno segue le vicende storiche delle famiglie reali e di quella Etiope in particolare, e naturalmente dell'Arca dell'Alleanza.

Ma cos'è l'Arca dell'Alleanza , uno dei più grandi misteri dell'antichità sul quale fantasia, leggenda e storia hanno continuato a intrecciarsi per secoli? L'Arca, nella tradizione ebraica, contiene le Tavole della legge, cioè i Dieci comandamenti; il manufatto, in legno d'acacia, fu costruita da Mosè. All'esterno aveva decorazioni in oro ed è stata a lungo conservata dal popolo ebraico: ha accompagnato le sue vicissitudini, le battaglie e le sconfitte, le peregrinazioni e le lotte contro i filistei ed è stata conservata in diversi luoghi finché il Re Davide non l'ha collocata nella Rocca di Gerusalemme.

Ma è Salomone, figlio e successore di Davide, a far sistemare l'Arca nel Tempio di Gerusalemme da lui stesso fatto costruire. Questa narrazione s'intreccia poi con eventi storici e altre tradizioni religiose e nazionali. Di fatto l'Arca dell'Alleanza scompare nel 586 a.C. con la conquista di Gerusalemme da parte dei Babilonesi e la conseguente distruzione del tempio di Gerusalemme.

Tuttavia della sua effettiva rovina non c'è testimonianza scritta; da allora l'Arca diventa simbolo eternamente cercato dagli uomini e rintracciato in varie parti del mondo, dall'Africa al Medio Oriente. La tradizione etiope colloca l'Arca nel regno di Axum, dopo che Salomone l'aveva donata al figlio della Regina di Saba, Menelik I. Qui, sarebbe rimasta nel corso dei secoli protetta dai monaci ortodossi nella citta' santa di Lalibela nei pressi di Axum, dove si troverebbe tuttora.

L'Arca, che non è visibile a nessuno tranne un monaco che la custodisce, viene preservata nel complesso della cattedrale di Santa Maria di Sion, e' dunque nascosta a tutti e viene portata in processione una volta all'anno ma avvolta in un panno.

L'Arca ha accesso la fantasia di archeologi, scrittori, gruppi religiosi, sette di ogni tipo. Nella tradizione infatti si afferma che emana un potere particolare ma anche che chi la tocca veniva fulminato. Un oggetto che data anche la sua collocazione - Il Tempio di Gerusalemme - è stato di volta in volta al centro di storie legate alla Massoneria o ai Templari. Tuttavia va ricordato che sono molte in Etiopia le chiese nelle quali e' conservata un'''arca'', così come diversi studiosi - muovendosi spesso al limite del mistero e della leggenda - la collocano in varie parti del mondo.
http://www.adnkronos.com/IGN/Altro/?id=3.0.3437754525

lunedì 8 giugno 2009

DA ARCHIVI SEGRETI NUOVE VERITA' SU PIO XI


MILANO (ANSA.it)- Nuove verità su Pio XI, il papa a cui toccò guidare la Santa Sede in uno dei periodi più foschi del secolo scorso, potrebbero emergere dagli ultimi studi svolti da esperti di tutta Europa sui materiali più recenti messi a disposizione dagli Archivi segreti vaticani.

A tre anni dall'apertura degli Archivi nella parte riguardante papa Ratti, si terrà a Milano un convegno di due giorni, il 9 e 10 giugno prossimi. La copiosa documentazione, desecretata nel settembre del 2006 da Papa Benedetto XVI, è stata incrociata e sovrapposta con le fonti già note ed esistenti.

"Di tante vicende avevamo forse un quadro completo ma mancava il punto di vista del Vaticano - ha spiegato il professor Alberto Guasco, della Fondazione per le Scienze religiose Giovanni XXII di Bologna, che ha organizzato le giornate di studio - la fonte insomma più diretta. Il lavoro - ha aggiunto - è stato molto complesso viste le dimensioni del materiale da studiare, ma ora abbiamo fatto un altro passo avanti per chiarire tanti interrogativi". Il convegno, che si svolge alla Fondazione Ambrosianeum. Titolo, ha per titolo 'Pio XI: Parole chiave Totalitarismo, Morale, Russia''. Nato a Desio il 31 maggio del 1857, Achille Ratti, divenne papa nel 1922 e guidò la Chiesa Cattolica fino al 1939, la vigilia della seconda guerra. Durante la sua vita ci furono cinque dittatori (Mussolini, che salì al potere otto mesi dopo la sua elezione, Salazar in Portogallo, Hitler in Germania, Franco in Spagna, Stalin in Urss), la crisi economica del 1929, la persecuzione in Messico e la guerra di Spagna, il concordato, le leggi razziali.

Tutto registrato dalle fonti documentarie conservate nell'Archivio Segreto Vaticano e nell'Archivio della Seconda Sezione della Segreteria di Stato. Molti interrogativi sono già stati chiariti, come quello dell'esistenza di un'enciclica di condanna alla dittatura o la lettera con cui Pio XI chiedeva a Mussolini di non intraprendere la guerra in Etiopia. Altri sono ancora aperti. Nei due giorni di convegno, saranno analizzate le posizioni della Santa Sede in quel periodo, i nodi più critici, i contrasti, i silenzi che poi si sono prestati a molteplici interpretazioni. Ma si parlerà anche delle encicliche di Pio XI sui giovani, la famiglia, le donne, la nuova morale, le missioni e i movimenti cattolici. "Quella di Pio XI - ha detto Guasco - é una figura che ormai si sta ben delineando. Restano però gli interrogativi sul perché tanti documenti non sono stati pubblicati dopo la sua morte, perché sono stati tenuti nascosti e da chi, ma soprattutto perché si è preferito alle parole il silenzio".

http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_987743010.html

domenica 7 giugno 2009

Gli 80 anni dello Stato più piccolo del mondo

Con 44 ettari di superficie, lo Stato della Città del Vaticano è il più piccolo del mondo. Ha 800 abitanti, gode di extraterritorialità, ha una bandiera, un inno e può avere una propria flotta marittima . Dal 1984 è patrimonio dell'Unesco
A segnare la nascita dello Stato racchiuso nelle mura leonine furono infatti i Patti Lateranensi sottoscritti fra Italia e Santa Sede, fra Pio XI, rappresentato dal Segretario di Stato cardinale Pietro Gasparri, e Benito Mussolini, l'11 febbraio del 1929, ratificati poi dal Vaticano il successivo 7 giugno.

La data segna in modo ufficiale la nascita dello Stato della Citta' del Vaticano. Da quel giorno ha preso forma anche istituzionalmente uno stato sovrano universalmente riconosciuto e distinto dalla Santa Sede, la massima istituzione della religione cattolica apostolica romana.

L'accordo fra Italia e Vaticano venne confermato dalla Costituzione repubblicana e inserito nell'articolo 7 dove si stabiliscono ruoli e limiti di Stato e Chiesa. Poi nel 1984 i Patti divennero Concordato: Presidente del Consiglio allora era Bettino Craxi, il Pontefice Karol Wojtyla e il Segretario di Stato il cardinale Agostino Casaroli.

La forma di governo vigente nello Stato Vaticano e' la monarchia assoluta. Tutti i poteri convergono infatti sul Papa che risiede entro i suoi confini o, nel periodo estivo, nelle Ville pontificie di Castelgandolfo. All'interno dei confini vaticani si trovano inoltre quasi tutti gli organismi e i dicasteri della Santa Sede, che formano il governo e che coadiuvano il Papa nella sua azione.

Ma non c'e' solo questo nucleo di istituzioni concentrato in gran parte intorno a San Pietro, con qualche propaggine anche in altre zone della citta': ci sono migliaia di diocesi sparse in tutto il mondo, centinaia di congregazioni religiose maschili e femminili, nunzi apostolici - gli ambasciatori - del Papa che operano nelle capitali di tutto il mondo. La Chiesa vanta poi collegamenti con un'immensa e ramificata rete di istituzioni educative e assistenziali.

La Santa Sede si e' resa completamente indipendente da qualsiasi altro potere al mondo. Tuttavia, la sua giurisdizione si estende anche oltre i confini dello Stato includendo aree della citta' di Roma e dei dintorni che godono dell'extraterritorialita', cioe' della rinuncia da parte dello Stato italiano ad esercitarvi poteri di polizia.

La Santa Sede ha un sito internet e un organo ufficiale di stampa, l'Osservatore Romano. Come ogni altro Stato sovrano anche il Vaticano e' dotato di una vessillo. Dai colori giallo e bianco, divisi in senso verticale, la bandiera pontificia accoglie anche il simbolo dell'antica tiara papale e le chiavi del regno, dette "decussate", posizionati entrambi nella parte bianca.

La Santa Sede possiede un inno, che dal 16 ottobre del 1946, per volere di papa Pio XII , e' La Marcia Pontificia. Batte anche la propria moneta, cioe' l'euro, che fa coniare alla Zecca dello Stato in Italia, non possedendo un proprio istituto, per il valore di un milione di euro l'anno, ed emette francobolli postali.

Anche il Vaticano e' provvisto di corpi speciali che ne garantiscono la sicurezza: la Guardia Svizzera - antico corpo dalla caratteristica divisa, rossa gialla e blu - e il Corpo della Gendarmeria, che svolge funzioni di polizia e si occupa della sicurezza dello Stato. Entrambi questi corpi hanno visto negli ultimi anni aggiornare le loro funzioni e ruoli, compiti di intelligence e scambi con le polizie europee, sono diventati elementi indispensabili della loro attivita' in modo specifico all'indomani degli attentati dell'11 settembre.

La Dichiarazione di Barcellona del 1921, approvata dalla Societa' delle Nazioni, consente allo Stato Vaticano, che non ha accesso diretto al mare, di navigare con navi battenti la propria bandiera. Tuttavia, lo Stato attualmente non esercita tale diritto.

I suoi beni extraterritoriali sono garantiti al livello internazionale dalla Convenzione dell'Aja del 14 maggio 1954, che concerne la tutela dei beni culturali in caso di conflitto armato. Dal 1984 il Vaticano e' inoltre, Patrimonio dell'Unesco.

sabato 6 giugno 2009

Il crocifisso del samurai



Rino Cammilleri racconta la grande rivolta dei samurai cristiani

di Antonio Gaspari


ROMA, mercoledì, 3 giugno 209 (ZENIT.org).- Un romanzo straordinario, il racconto di un fatto vero che ha segnato la storia di un paese e della comunità cristiana, un evento epico e commovente, una vicenda che narra l’eroismo di samurai e contadini, che pur di avere la libertà religiosa morirono tutti martiri.

“Il crocifisso del samurai”, edito da Rizzoli e scritto da Rino Cammilleri, racconta la grande rivolta dei samurai cristiani di Shimabara avvenuta nel 1637.

Quarantamila cristiani giapponesi, donne e bambini compresi, si ribellarono alla persecuzione e si arroccarono nella penisola di Shimabara, nel castello in disuso di Hara. Qui tennero testa per cinque mesi al più grande esercito di samurai che la storia del Giappone avesse mai visto.

Nella battaglia finale i cristiani vennero uccisi, migliaia delle loro teste vennero infilzate su pali per terrorizzare chiunque avesse voluto farsi cristiano.

L’armata dello Shogun riuscì a stroncare la ribellione, ma al costo di settantamila uomini ben armati e addestrati che morirono combattendo contro contadini e anziani samurai cristiani che pure erano affamati e indeboliti dal freddo, ma saldi nella fede in Gesù Cristo.

Per evitare l’onta di non essere riuscito a domare la rivolta il generale giapponese Matsudaira Nobutsuna, offrì ai rivoltosi l’onore delle armi, la dilazione sulle tasse e il perdono, ma questi rifiutarono. L’unica cosa che chiesero era la libertà di professare la religione cristiana.

Ma proprio questa libertà era ciò che le autorità giapponesi temevano. Per i due secoli successivi alla rivolta cristiana, il Giappone si isolò dal mondo e perseguitò tutti coloro che si dicevano seguaci di Cristo.

Eppure, quando nella seconda metà dell’Ottocento i missionari europei poterono tornare in Giappone, trovarono che i discendenti di quegli antichi cristiani avevano conservato la fede nella clandestinità, tramandandosela di generazione in generazione.

Rino Cammilleri, noto giornalista e saggista, ha svolto una intensa ricerca storica per scrivere questo romanzo così avvincente.

Cammilleri, che ha trascorso la vita a indagare la storia della cristianità, è autore di rubriche in diverse testate giornalistiche. Ha pubblicato decine di libri, tra cui “I santi di Milano” (Rizzoli 2000), “Gli occhi di Maria” (con Vittorio Messori, Rizzoli 2001) e “Immortale odium” (Rizzoli 2007).

ZENIT lo ha intervistato.

Per anni lei ha studiato e raccontato la storia del cristianesimo. Come è arrivato a questa struggente storia dei martiri giapponesi?

Cammilleri: Chi mi segue sa che mi sono a lungo occupato di sfatare le “leggende nere” che gravano sulla storia della Chiesa. I presunti scheletri nell’armadio del cristianesimo (Inquisizione, Crociate, Galileo, Conquistadores…) ormai li ho revisionati tutti. Ma in tutti questi anni mi sono imbattuto in storie meravigliose che nessuno ha mai raccontato, almeno non col risalto che meritano. Sono storie così avvincenti da superare la fantasia e sono ideali per un romanzo storico, genere al quale i cattolici non si dedicano più da troppo tempo. Ho deciso, allora di farlo io. Col precedente “Immortale odium” (Rizzoli) ho messo in scena il braccio di ferro ottocentesco tra la Chiesa e la Massoneria, prendendo spunto dall’attacco al corteo funebre del b. Pio IX nel 1881. Con questo “Il crocifisso del samurai” (sempre Rizzoli) ho puntato il riflettore sulla grande rivolta di Shimabara, in cui nel 1637 quasi cinquantamila cristiani giapponesi, guidati da samurai cristiani, si immolarono in nome della libertà religiosa e del loro diritto a professare la religione di Cristo.

Perché le autorità giapponesi ebbero così paura del cristianesimo?

Cammilleri: Con la battaglia di Sekigahara del 1600 erano finite le eterne guerre feudali e il clan dei Tokugawa si era imposto su tutto il Giappone, governando di fatto al posto dell’Imperatore. Il cristianesimo, portato da s. Francesco Saverio, era stato dapprima bene accolto e quasi trecentomila giapponesi si erano fatti battezzare. Ma contro di loro “remavano” i bonzi buddisti e i mercanti protestanti, invidiosi della concorrenza spagnola e portoghese. Misero la pulce nell’orecchio allo Shogun (il dittatore): i missionari cattolici erano l’avanguardia dell’invasione spagnola e portoghese. La prova? Il fatto che i cristiani, quando erano messi di fronte alla scelta tra le leggi dello Shogun e quelle di Cristo, preferivano farsi uccidere anziché disobbedire a quest’ultimo.

Perché il sangue di quei martiri sembra aver generato così poco frutto?

Cammilleri: Non direi, anzi. Per due secoli, proprio a causa di quella rivolta, il Giappone si chiuse al mondo esterno. Quando i missionari poterono tornare, nella seconda metà dell’Ottocento, trovarono che il cristianesimo era sopravvissuto nelle catacombe, tramandato di padre in figlio. I «cristiani nascosti», sfidando la morte (il cristianesimo sul suolo giapponese ebbe il permesso di esistere solo alla fine del secolo), contattarono il primo missionario e gli fecero addirittura l’esame per vedere se era cattolico o protestante. Non si è mai vista una fedeltà così tenace. L’animo giapponese ha anche questo bellissimo aspetto.

Nella parte finale del romanzo lei ricorda la profezia di Tertulliano secondo cui “il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani”, ma poi riflette anche sul fatto che in tanti luoghi il cristianesimo è stato soffocato nel sangue. Ha una spiegazione teologica per questa apparente contraddizione?

Cammilleri: No. Io posso basarmi solo sui fatti storici. Nei luoghi dove si è stesa la cappa islamica, per esempio, il cristianesimo è praticamente scomparso. In Giappone la maggior concentrazione di cristiani era nella zona di Nagasaki. Ebbene, proprio a Nagasaki è stata sganciata la seconda bomba atomica. La cristianità nipponica è stata azzerata per due volte. Tutti i beatificati giapponesi sono martiri. Tertulliano aveva sotto gli occhi i cristiani romani. Noi, oggi, abbiamo una visuale più ampia della sua. Non basta impiantare il cristianesimo, occorre difenderlo: questo è quanto la storia ci insegna. In Indocina la persecuzione cessò solo quando intervennero le cannoniere francesi. In Cina, i massacri di cristiani da parte della setta dei Boxers smisero quando le potenze occidentali inviarono corpi di spedizione.

Oggi in Giappone solo il 4% della popolazione è cristiano. Crede che la situazione possa cambiare e che i cristiani possano crescere verso cifre significative?

Cammilleri: Il cristianesimo ha dalla sua, agli occhi degli orientali, il prestigio dell’Occidente. Ma anche la pessima immagine di sé che, sul piano morale, l’Occidente secolarizzato ormai offre. E’ l’Occidente che, nel bene e nel male, dà il “la” all’intero pianeta. E se il sale non riacquista sapore non serve davvero a niente. Se si rievangelizza l’Occidente il resto seguirà.

I samurai giapponesi sembrano molto simili ai legionari romani. Con la differenza che i legionari che si convertirono al cristianesimo, che pure morirono a migliaia, generarono chiese, devozione, altre conversioni, fino ad arrivare all’imperatore Costantino. Cosa è accaduto in Giappone perché la storia si svolgesse in maniera così diversa?

Cammilleri: Proviamo a immaginare se non ci fosse stato Costantino, se il cristianesimo fosse stato bandito dalle legioni, se si fosse continuato a perseguitarlo con l’efficacia ossessiva di Diocleziano. Le precedenti persecuzioni erano state sporadiche e localizzate. La pressione non fu mai così capillare da impedire alla pianticella di respirare e svilupparsi. Costantino, da buon giardiniere, diede spazio e acqua e concime. Infatti, già con Teodosio, sessant’anni dopo, il cristianesimo era diventato maggioritario nell’Impero. Ma in Giappone non fu così. Il cristianesimo fu perseguitato nei modi più feroci per più di due secoli, e solo esso. Una pausa di settant’anni, poi, come sappiamo, giù una atomica. Tuttavia, oggi c’è un detto in Giappone: quando si commemora il giorno della bomba, «Hiroshima urla, Nagasaki prega». Proteste antiamericane nella prima, composte liturgie nella seconda. Il “piccolo gregge” giapponese ha la pelle dura, e la testa anche di più.

Per molti anni il mondo giornalistico e letterario cattolico italiano è stato impegnato a rispondere alle calunnie e alle allusioni di diversi scrittori contrari a Cristo e alla Chiesa cattolica. Con questa sua opera così come con il libro di Rosa Alberoni “La prigioniera dell’Abbazia” si può cominciare a dire che emerge e si consolida un filone di romanzi che ruotano attorno ai valori, alle virtù, all’epopea, alla storia, all’eroismo dei cristiani?

Cammilleri: Le cose emergono se c’è qualcuno che le fa emergere. Spero proprio che si tratti di «filone», perché per il momento mi pare solo una cocciuta iniziativa di pochi. Cocciuta, ho detto, perchè questi combattono non più contro intellettuali avversari ma contro il mercato. Se la gente preferisce comprare libri sui vampiri o sui serial killer, i casi sono due: o i romanzieri cattolici non sono capaci di avvincere e non annoiare, o anche il pubblico cattolico preferisce vampiri e serial killer. In quest’ultimo caso siamo davvero messi male.
http://www.zenit.org/article-18495?l=italian

venerdì 5 giugno 2009

ታሪኽ ሕይወት ነፍሰኄር ብፁዕ አቡነ ኪዳነማርያም ተኽለሃይማኖት (በባ ብሩኽ ወልደጋብር ዘማኅበረ ሲታውያን)

ካብ ባሻይ ተክለሃይማኖት ባርያኡን ወይዘሮ ኣበራሽ ገብረዝግን ብ5 ጳጉሜን 1925 ዓ.ም.ግ (10.09.1933 ዓ.ም.ፈ) ኣብ ዓድብፅዖ ወረዳ መንዅሰይቲ አውራጃ ኣከለጉዛይ ሃገረ ኤርትራ ተወልዱ።
ወዲ 8 ዓመት ምስ ኮኑ ኣብ ቝምስናኦም መባእታዊ ትምህርቲ ጀመሩ። ብቆሞሶም ተሓጊዞም ብ1938 ዓ.ም.ግ (1945 ዓ.ም.ፈ.) ናብ ቤት ትምህርቲ ዘርአ ክህነት ዓድግራት ኣተዉ። ን12 ዓመት ዚአክል ምስ ተማህሩ ሓምሳይ ርእሶም ብስም ሰበኻ ዓድግራት ናብ ጥንታዊ ደብረ ቅዱስ እስጢፋኖስ ዘቫቲካን ተልእኩ። ብ 6 ሓምለ 1957 ዓ.ም.ፈ ናብ ኢትዮጵያዊ ኮለጅ ቫቲካን ኣተዉ። ብ1952 ዓ.ም.ግ (ብ1960 ዓ.ም.ፈ) ናይ ፍስልስፍና “ባቸለር ዲግሪ” ብ1953 ዓ.ም.ግ (ብ1961 ዓ.ም.ፈ) ናይ ፍልስፍና “ማስተረይት ዲግሪ” ብ1955 ዓ.ም.ግ (ብ1963 ዓ.ም.ፈ) ከአ ናይ ንባበ መለኮት “ባችለር ዲግሪ ተቐበሉ።
ብ11 ታሕሣስ 1957 ዓ.ም.ግ (20.12.1964 ዓ.ም.ፈ) ኣብ ቫቲካን ብኢድ ብፁዕ አቡነ ያዕቆብ ገብረኢየሱስ መዓርገ ክህነት ተቐበሉ። ትምህርቶም ቀጺሎም ብወርኂ ሠነ 1957 ግዕዝ=1965 ዓ.ፈ.) ናይ ንባበ መለኮት ማስተረት ዲግሪ ንምጭባጥ በቅዑ። ድኅሪኡ ናብ ዓድፈረንሳ ናብ ከተማ ፓሪስ ተላእኩ። ንክልተ ዓመት ሥነ ሓዋርያነትን ሥነ መዕበያን (Pastoral Theology and Pedagogy) ተማሂሮም ንመኦኣርገ ዲፕሎማ በቕዑ። ነርባዕተ ወርኅን ፈረቓን ፈረንሳየኛ ኣጻርዮም ንኺምሃሩ ኣብ ከተማ ፓሪስ ጸንሑ። ብወርኂ ኅዳር 1960 ዓ.ም.ግ. (1967 ዓ.ም.ፈ) ናብታ ዝተዀስኰሱላ ገዳም መድኃኔ ዓለም ዓድግራት ተመልሱ። ሰበኻ ዓድግራት ካብ ትምሥረት 7 ዓመት ኮይኑ ነበረ። ብቐዳማይ ጳጳስ ብበዓል ሠናይ ዝኽሪ አቡነ ኃይለማርያም ካሕሣይ ትመሓደር ነበረት።
ናብ ዓድግራት ምስ ኣተዉ ኣባ ኪዳነማርያም ተኽለሃይማኖት ናይ መባእታ ትምህርቲ ርእሰ መምህር ኮኑ። ንኽልተ ዓመት እውን ኣገልግሎቶም አወፈዩ። ካብ መስከረም 1962 ዓ.ም.ግ (1969 ዓ.ፈ.) ክሳብ ንመዓርገ ጵጵስና ዚሽየሙ ግን ናይ ዓበይቲ ተመሃሮ ዘርአ ክህነት ሓለቓ ብምዃን መዝነቶም ኣክየዱ። ብዘመን ክህነታዊ ኣገልግሎቶም 16 ዲያቆናት ሰበኻ ዓድግራት ናብ መዓርግ ክህነት በጽሑ። ሢመተ ጵጵስናኦም ብወግዒ ምስ ተበሠረ ክልተ መዓርግ ንፍቀ ዲቁና ዝተቀበሉ ከምዝነበሩ ኣብ ናይ መጋቢት-ሚያዝያ 1977 ጋዜጣ ብርሃን ተመዝጊቡ ይርከብ።
መዓርግ ጵጵስና
ናይ ሰበኻ ዓድግራት ጳጳስ ብፁዕ አቡነ ስብሓትለአብ ብዋሕዲ ጥዕና መዝነት መሪሕነቶም ኬውርዱ ንመንበረ ጴጥሮስ ምስ ሓተቱ ር.ሊ.ጳ. አቡነ ዮሓንስ ጳውሎስ ዳግማዊ ንሕቶኦም ኣጽዲቆም ኣብ ክንዳኦም ብ2 ጥቅምቲ 1977 ዓ.ም.ግ (12.10.1984 ዓ.ም.ፈ) ነባ ኪዳነማርያም ተኽለሃይማኖት ብወግዒ 3ይ ጳጳስ ወይ ኤጳርቃ ዓድግራት ሸሙዎም። ኣቐዲምና ዝጠቐስናዮ ጋዜጣ ብርሃን ኣብ ገጽ 2 “ናይ ርእሰ ሊቃነ ጳጳሳት ዮሓንስ መበል 23 ትንቢት ሎሚ ተፈጺሙ” ይብል። ነቲ ዛንታ ዝገለጹን ናብ ጋዜጣ “ብርሃን” ዘስፈሩን ኣባ ተወልደብርሃን ተኽለሃይማኖት ከምዚ ይብሉ፦
“ር.ሊ.ጳ. ዮሓንስ መበል 23 ኣብ ኣታኽልቲ ቫቲካን ጽቡቕ ኣየር ንክረኽቡ ናባኡ ይመጹ ነበሩ’ሞ፣ ሓደ መዓልቲ ኣብቱ ኣታኽልቲ ምስ ኢትዮጵያውያን ተመሃርቲ ተራኸቡ። ተመሃርቲ ንር.ሊ.ጳ ዮሓንስ በብሓደ ክሳለሙዎም ከለዉ፣ ተመሃራይ ኣባ ኪዳነማርያም ተኽለሃይማኖት ከዓ ብተራኦም ተሳለሙዎም። ር.ሊ.ጳ ዮሓንስ ንኢድ ኣባ ኪዳነማርያም ኣብ ኪዶም ሒዞም ፦ ‘ኣታ እንትይ እዩ’ዙይከ ምውት? እንታይ ኮይኑ እዩ ከምዙይ ኢሉ ዓቢሩ? ሥራሕ ደኾን እናበዝሖ እዩ? ወዘተ እናበሉ ነቶም ተመሃርቲ ኣስሓቑዎም። ኣብ መጨረሻ ግን፣ ‘እሞ እዙይ ዓቢይ ኪኸውን እዩ’ ኢሎም ኣሰናበቱዎም። እኒሆ እምበአርከስ ወዮ ቅዱስ ኣቦና ዝተንበዩሎም ሎሚ ተፈጺሙ ንሪኦ ኣሎና”። እንኪብሉ ምእንታኦም ክንጽሊ ብምዝኽኻር ጽሑፎም ዛዘሙ።
ኣቡነ ኪዳነማርያም ተኽለሃይማኖት ብ3 የካቲት 1977 ዓ.ም. (10.02.1985 ዓ.ም.ፈ) ኣብ ካቲድራል መድኅኔ ዓለም ዓድግራት መዓርግ ጵጵስና ተቐብኡ። ዋና ቀባኢ ብፁዕ አቡነ ጳውሎስ ፃድዋ፣ ሓገዝቲ ቀባእቲ ብፁዓን አቡነ አብርሃ አቡነ ስብሓትለአብ አቡነ ዘካርያስ ነበሩ።

ትንተና ንጥፈታት ብዘመን መሪሕነት ኣቡነ ኪዳነ ማርያም ተኽለሃይማኖት

ካብታ ንመዓርግ ጵጵስና ዝተሾሙላ ዕለት ኣዚዩ ጽንኩር ብዝኾነ እዋን ኢዮም ንሰበካ ዓድግራት ብንኡድ ትዕግሥትን ጥበብን ዝመርሕዋ። ሻራ ኣልቦ ዓለምለኻዊ ተመራመርትን ተዓዘብትን ብዛዕባ አቡነ ኪዳነማርያም ተኽለሃይማኖት እዚ ምስክርነታት ከም ዝመዝገቡ ይፍለጥ፦
አቡነ ኪዳነማርያም ብዓቢይ ተወፋይነት ምእንቲ ኵስኰሳ ክህነት ሰበኻ ዓድግራት ተጋደሉ። ካብ 1985 ክሳብ 1998 ዓ.ፈ ዝነበረ እዋን ዝተገብረ መጽናዕቲ ከምዝህብሮ 32 ዲያቆናት ሰበኻ ዓድግራት ናብ መዓርግ ክህነት በጽሑ። ኣብ ዝተፈላለየ መደብ ኃላፍነት ኣዋፊሮም ምስ ኣሥርሕዎም ካብኣቶም መሪጾም ናብ ዝለዓለ ናይ ዩኒቨርሲቲ ትምህርቲ ናብ ሞራባዊ ዓለም ይልእክዎም። ናብ ሰበኻኦም ተመሊሶም ከዓ ብብቕዓት ንምግልጋል ይዋፈሩ። ብዝሖም ካብ 10 ዚዛይድ ካህናት ሰበኻ ዓድግራት ክሳብ 1997 ዓ.ፈ ናብ ኢትዮጵያዊ ጳጳሳዊ ኮለጅ ቫቲካን ተጸንቢሮም ናብ ዝተፈላለያ ዪኒቨርሲታት ሮማ ተማሂሮም ናብ ክብ ዝበለ ደረጃ ትምህርቲ ከምዝበጽሑ ብናይ ቀረባ ሓበሬታ ኪፍለጥ ይከአል።
ብ1996 ዓ.ም.ፍ. ዝተሓትመ “Catholic Directory of Ethiopia and Eritrea” ከም ዚገልጾ ብዘመን አቡነ ኪዳነማርያም ብርክት ዝበላ ቍምስናታት ተመሥሪተን። ንአብነት ብ1985 ዓ.ፈ. ዝተመሥረታ ሠለስተ ቍምስናታት ካፍና ምርግዳ ማጋዑማ እንክኾና ብ1986 ከአ እንጋል ብ1989 ዝተመሥረታ ክልተ ከዓ ዳሮ ኮለተ-ግርዓና ይብሃላ።
ምስ ዚምልከቶም ኣኅሉቕ ማኅበራት ልኡካነ ወንጌል ኣፍሪቃን (white Fathers) ሳለዚያነ ናይ ዶን ቦስኮን ተዋሲኦም ልመና አቡነ ኪዳነማርያም ስለዝሠመረ እዞም ዝተጠቕሱ ገዳማውያን ኣብ ከተማ ዓድዋ ዓቢይ ቤት ትምህርቲ ተግባረ እድ፣ ኣብ ከተማ ውቕሮ ቤት ትምህርቲ ሞያ ንግድን ሞያ ሕርሻን ተሠሪሑ ንኡድ ኣገልግሎት የወፊ አሎ።
ብዛዕባ ኣቡነ ኪዳነማርያም ተኽለሃይማኖት ኣብ ላዕሊ ዝጠቅስናዮ መጽናዕቲ ካልእ ነገር እውን ይጠቅስ። ብ1987 ዓ.ም.ፈ ናይ ወረዳ ናይ ሃገራዊ ባይቶ ተወካሊ ንምዃን ብጽሑፍ ዕድመ ቀረቦም። ንሶም ግን እቲ ፖሊቲካዊ ሥልጣን ምስ መንፈሳዊ መሪህነቶም ሃቢሩ ኪኸይድ ከምዘይኽእል ብሥነ ስርዓት አፍለጡ። ምስ ሕዝቢ ሰባኻኦም ሓቢሮም ንዅሉ ሳዕቤናት ውግእ ስለ ዝተጻወሩ ግን ብዅሉ ሕዝቢ ሰሜን ኢትዮጵያ ከቢሮምን ተሓፊሮምን ነቢሮም።
እዚ ጉጅለ ምሁራት እዚ ትዕዝብቶም ብምቅጻል ነዚ ትንተና የቅርቡ። ኣቡነ ኪዳነማርያም ተኽለሃይማኖት ከም መጠን ጳጳስ ሰበኻ ዓድግራት ብጊዜ ደርግን ብድህሪኡ ዝመጸ መሪህነት መንግሥትን ዝተከተልዎ ኣቕዋም ምስ ናይ ካትሊክ ቤተ ክርስትያን ዝተኣሳሰረ መትከል ኢዩ። ናይ ካቶሊክ ቤተ ክርስትያን ሰነድ ጉባኤ ቫቲካን 2ይ ኣብ “ታሕጓስን ተስፋን” ድርሰቱ ቍ.76 ሃይማኖትን ፖለቲካን ኵነታት ብዘፍቀደሉ ምርድዳእን ስምምዕን ተሓባቢሩ ኪሠርሕ ከምዚግባእ ይገልጽ። ብኡኡ መሠረት ከዓ ይብሉ ተዓዘብቲ ናይ ሰበኻ ዓድግራት 3ይ ካቶሊካዊ ጳጳስ ብፁዕ አቡነ ኪዳነማርያን ተኽለሃይማኖት ነዚ ሚዛናውን ሻራ ኣልቦን መርገጺ ወትሩ ኢዮም ዚተኸተልዎ በዚ ኸአ እዞም ስሙይ አቡን ካብ ዝኾነ ሻራ ፖለቲካዊ ሰልፊ ነፃ ነበሩ።
ነዚ መንጎይና መርገጺኦም ዚጥሕስ ተግባር እንኬጋጥም ግን ኣቡነ ኪዳነማርያም ብሥነ ስርዓት ኢዮም ዚቃወምዎ። ነዚ ንኼረድኡ እቶም ተዓዘብቲ ዚጠቅስዎ ኣብነት ንመልከት።
ሓደ እዋን ገሊኦም ናይ መንግሥቲ ሰበሥልጣን ናብዞም ስሙይ አቡን ቀሪቦም መዝግብቲ ካቶሊክ ቤተ ክርስትያን ንምፍታሽ ጽኑዕ ፈተነ ገበሩ። ብፅዕነቶም ግን ብዘይ ናይ ቤት ፍርዲ ሕጋዊ ውክልና መዛግብቲ ቤተ ክርስትያን ምፍታሽ ከምዘይከአል ብልዝብነት ምስ መለሹሎም እቶም ሰበሥልጣን በታ ዝመጽዋ ተመልሱ። ተንተንቲ ታሪኽን ናይ ኢትዮጵያ ላዕለዎት ሰበ-ሥልጣንን ክብ ብዝበለ ሞሳን ምስጋናን ኢዮም ዚዝክርዎም።

ለቡ፦ እዚ ታሪኽ እዚ ጥቀ ክቡር ኣባ ቡሩኽ ወደጋብር ወዲ ማኅበር ሲታውያን ብዕለት 8 ኅዳር 2001 ዓ.ም.ፈ ዝጸሓፍዎ እዩ።

mercoledì 3 giugno 2009

Lutto nell'episcopato Cattolico Etiope

Sua Eccellenza Reverendissima Abune Kidane-Mariam Teklehaimanot, vescovo emerito di Adigrat (Etiopia), ha lasciato questo mondo martedì 02 giugno all'età di 75 anni. Il compianto presule era nato in Monoxoito, eparchia di Adigrat, il 10 settembre 1933; ed era stato ordinato sacerdote il 20 dicembre 1964; era stato eletto alla sede Eparchiale di Adigrat il 12 ottobre 1984; conssacrato Vescovo il 10 febbraio 1985 ha servito la chiesa in Adigrat per 17 anni come pastore attento al gregge che gli e stato affidato. Il 16 novembre 2001 rinuciò al governo pastorale dell'Eparchia per motivo di salute.
Le esequie saranno celebrate Sabato prossimo 06 giugno 2009 nella catedrale di Adigrat.